lundi 30 avril 2007

Au marbre.

Presto questo blog accoglierà pensieri e parole dalla vicina Ginevra....
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(niente di tutto ciò che il nuovo ospite scriverà potrà essere usato contro di me)
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Si accettano candidature da parte di ulteriori partecipanti.....La selezione si baserà su una discriminazione positiva in favore di alcune zone geografiche.....in particolare le città di Firenze, Parigi, Flensburg, Brighton e Bogotà...
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nel frattempo,
benvenuto a te...

dimanche 22 avril 2007

Avevo chiesto.....

Come potrei non dedicare due righe al Grillo Parlante, che ha cresciuto tutta la mia generazione?
...Avevo chiesto ACACIA.....A-C-A-C-I-A........ACACIA!
La sua voce metallica un pò mi impauriva.
Però forse se gli avessi dato più retta ora saprei pronunciare tutte le vocali in modo corretto.
Giusto, Laura?
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p.s.: curiosando nel dimenticatoio ancora non sono riuscita a trovare una foto che attesti l'esistenza delle Burrelle del Mulino Bianco......ma prima o poi dimostrerò che non erano biscotti prodotti solo nella fuckin'island.....

“Forgive me, is this the way to the Future ?”



C’est mon deuxième concert de Bregovic. Comme la première fois, Goran est formidable.
Mais différent. Il n’y a pas ses hits biens connues. Rien «Kalasnikov !», rien «Mesecina» etc…. Quand-même, l’Orchestre arrive comme toujours par le public, pour le surprendre.





C’est une nouvelle composition qui réunit la tradition balkanique, avec l’Orchestre des Mariages et des Enterrements, et la musique contemporaine, avec l’Absolute Ensemble de New York. Un dialogue entre monde moderne et tradition.
Ce sont trois lettres aux trois prophètes. Du Catholicisme, du Christianisme orthodoxe et de l’Islam. Trois lettres musicales.
Où le mots n’arrivent pas à communiquer, le langage universel de la musique y arrive, bien sur.

mercredi 18 avril 2007

I'm Set Free

….solo un pensiero delle mie vacanze, il resto lo lascio ad un altro giorno.

Me ne sono accorta ascoltando alcuni cd che quasi avevo scordato di avere.…..Fino ad oggi, non ho trovato nessun altro pezzo che abbia in me lo stesso effetto di quei pochi secondi di I’m Set Free dei Velvet Underground in cui Lou Reed smette di cantare e lascia spazio ai soli strumenti.
Neanche un minuto.
Ma ne rimango assolutamente ipnotizzata.

mercredi 11 avril 2007

Then when?

L’homo sentimentalis non può essere definito come un uomo che ha sentimenti ( poiché tutti li abbiamo), ma come un uomo che ha innalzato i sentimenti a valori. Nell’istante in cui il sentimento viene considerato un valore, tutti vogliono averlo; e poiché tutti amiamo vantarci dei nostri valori, abbiamo la tendenza a ostentare i nostri sentimenti.
La trasformazione del sentimento in valore si verificò in Europa nel dodicesimo secolo: i trovatori che cantavano la loro immensa passione per un’amata e irraggiungibile dama apparivano a tutti quelli che li ascoltavano così meravigliosi e belli, che chiunque, seguendo il loro esempio, voleva apparire in preda a un qualche insopprimibile moto del cuore. [……]

Nella definizione di sentimento è compresa l’idea che esso nasca in noi indipendentemente dalla nostra volontà, e spesso contro la nostra volontà. Nel momento in cui vogliamo sentire (decidiamo di sentire come Don Chisciotte decise di amare Dulcinea), il sentimento non è più un sentimento, ma l’imitazione di un sentimento, la sua rappresentazione. Il che si chiama comunemente isterismo. Perciò l’homo sentimentalis equivale in realtà all’homo hystericus. Con ciò non si può dire che l’uomo che imita un sentimento non lo provi veramente. L’attore che recita la parte del vecchio re Lear prova sulla scena, davanti a tutti gli spettatori, la tristezza dell’uomo abbandonato e tradito, ma questa tristezza evapora nell’istante in cui termina lo spettacolo.
Perciò l’homo sentimentalis, che ci fa vergognare con i suoi grandi sentimenti, subito dopo ci sconcerta con la sua inspiegabile indifferenza.

Milan Kundera- L’immortalità.

mardi 3 avril 2007

Luxembourg and his clouds.

Ce matin, comme tous les mardis, je suis descendue à l’arrêt Luxembourg de la RER pour aller au cours de macro au Panthéon. Comme tous les mardis, et comme toujours ici à Paris, j’étais en retard…..Mais aujourd’hui j’ai pas commencé à marcher très vite, comme tous les parisiens, après avoir fait « attention à la marche en descendant du train ».
Oui, aujourd’hui je me suis dite: « j’ai la fièvre, j’ai pas assez de forces pour courir….arriver 5 minutes avant où après c’est pas une grosse différence ».
Bien…j’ai marché très lentement…en m’arrêtant parfois pour regarder avec attention les panneaux « artistiques » affichés par la RATP. Je les voyais toujours sans avoir jamais l’occasion de les observer mieux.
C’est vrai, je n’aime pas trop la RATP, parce-que je suis contrainte à passer en moyenne trois heures de ma journée dans ses galeries….et surtout j’aime pas du tout le personnel qu’y travaille….qui réussit chaque fois à transformer un simple contrôle de ticket dans un assaut de pirates armées de pied en cap….surtout de méchanterie.
Mais cette fois-ci qu’est-ce que je trouve?.....Des énormes photos de « paysages urbains », espaces réels et un peu banals, de couleur triste (oui, c’est une nouvelle couleur)….illustrées par des extraits d’un des mes livres préférés….« Les Villes Invisibles » de Italo Calvino. Tout cela, selon la RATP, pour inviter les voyageurs qui cohabitent momentanément dans l’espace physique du métro à parcourir symboliquement une mégalopolis imaginaire, « une projection vers des perceptions et réflexions nouvelles autour de la façon d’appréhender la ville » (?!).

Pour moi, une appropriation de fragments qui tout enlève à notre imagination et à la génialité de ce livre.

Où sont finis les nuages de Luxembourg ?