lundi 26 novembre 2007

Loi Pécresse. Unef e Uni.




Alle consultazioni pro o contro l’occupazione, (del centro di Tolbiac , il più colpito, e della sede principale della Sorbona), ha partecipato il 25% degli studenti di Paris 1 nel suo complesso e il 52,2% degli studenti i cui corsi si svolgono nella sede di Tolbiac (il triplo rispetto alla partecipazione alle ultime elezioni studentesche).
Su questo 52,2% il 72,5% ha giudicato l’occupazione inaccettabile, il 20,3% ha espresso un parere favorevole e il 7,22% non ha espresso alcun parere. Nel complesso, tra gli studenti di Paris 1 che hanno partecipato alla votazione, il 75,8% è risultato a sfavore dell'occupazione.
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Intanto l'occupazione continua, in maniera anti-democratica e contro gli interessi di tutti gli studenti (indipendentemente dal proprio parere sulla legge Pécresse). E la violenza aumenta.

dimanche 18 novembre 2007

BOYCOTT UZBEK COTTON !

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A group of civil society activists from Uzbekistan call for a boycott of cotton produced by forced child labour in Uzbekistan. Unlike other developing countries, the child labour in the cotton sector of Uzbekistan is not the result of poverty or the illiteracy of the population; it is caused not by a willingness of children to help their parents, but rather is a result of deliberate coercion policy adopted by the central government. The boycott would not affect the interests of ordinary citizens in Uzbekistan, farmers and rural families, who not only do not see any benefit for themselves from Uzbekistan’s cotton export, but also suffer from it. Each autumn, their children are being interrupted from school study for at least two months. The boycott shall affect only the interests of a narrow elite group enjoying excess-profits from trading the Uzbek cotton at world markets. We hope that the boycott will force the Uzbek government to begin real reforms in the cotton industry: abolish forced child labour, relieve farmers from the dictates of the state in state in deciding what to sow in their fields and sell at what price.
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leggi l'articolo (del 16/11/07) su ferghana.ru
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Un disastro sia in termini umani che ambientali.
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"Do you know where your cotton comes from?" su continental clothing

jeudi 15 novembre 2007

Ognuno ha i suoi dubbi. Approssimazioni.

Premessa.

Questo post, nel momento in cui ho iniziato a scriverlo, voleva parlare dei miei dubbi (approssimativi) sulle buste della spesa, sulla burocrazia, sulle foto, sulla décroissance (alla Latouche), su ciò che sento alle miriadi di conferenze alle quali precipito, su Gorbatchev e la sua Green Cross International (e le pubblicità per Louis Vuitton e Pizza Hut), sullo sviluppo, sulla microfinanza (e il suo impatto), sulla sospetta evoluzione del concetto di uguaglianza in equità (molto sospetta), sullo sciopero e l'occupazione, sul fenomeno facebook, della nostra nuova associazione (nata ieri), del sito dell’Università di Firenze (è cambiato e mi ci sono persa), del nuoto, del boogie swing, di “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” (e della mia nuova paura della vitamina B6).

Poi in realtà, quando ho iniziato a scrivere, mi sono accorta che la faccenda si faceva un po’ lunga. Data la mia passione in questo periodo per le frivolezze, (vedere gli elogi al lievito di birra e dissertazioni sugli smalti), ho sfiorato due punti due in una pagina e un po’ di tempo. Ultimamente di tempo ne ho sempre meno (ma sto imparando forse ad usarlo meglio) e mi son detta che data l’ispirazione avrei piuttosto potuto scrivere a Valeria, che conosce i miei mutismi e in cambio mi trasmette ottimi bon plans dalla Suisse voisine (grazie e spero di potere…metro permettendo, RER B sbarrata).

Ma anche questa premessa è diventata infinitamente lunga, e devo ancora mangiare, e preparare il plan del mio mémoire (che farò finta abbia raggiunto dei contorni concreti, o, in mancanza d'altro, riciclati), da consegnare a Hillcoat. Domani sveglia presto, e data la situazione, a lezione a piedi (o in vélib, si possible), non a Nogent.

Il tempo e il non-sense sono il motivo per cui questo blog si autodistruggerà tra un numero ancora non precisato di momenti.

In più ho scoperto che non riesco più a parlare né a scrivere in nessuna lingua. Sono prossima all’autismo.


quindi


Ognuno ha i suoi dubbi. Approssimazioni.

-Le buste della spesa. Continuavo a chiedermi perché in genere i supermercati più diffusi qui insistessero nell’offrire le buste per la spesa. E non delle buste grandi resistenti, e riutilizzabili tipo quelle della Coop o dell’Esselunga (cito per abitudine). No, delle bustine che al massimo ti ci sta dentro, che ne so, qualche mela, il latte ed un cespo di insalata, e che se sei fortunata non ti si rompono lì alla cassa mentre cerchi di riempirle, ma che appena arrivi a casa sono sicuramente da buttar via. L’altro giorno sono stata per curiosità al mitico iper-mercato cinese (Tang Frères, oh yeah! grazie a Mihoko), e la cassiera, per le pochissime cose che avevo comprato (soja e salsa di soja, cioè due delle poche cose che son riuscita a riconoscere coi miei occhi stanchi), mi ha dato due buste…..da mettere una dentro l’altra, insistendo davanti alla mia faccia contrariata…”altlimenti una sola si lompe!” (ovviamente mento, parlava in francese, ma nel dire “casser” non c’è nessuna r da trasformare). Grazie tante, ma che me ne faccio? Voglio dire, io ce l’ho di solito la mia busta della spesa ecologica, ma quando me la dimentico quella che mi dai tu la lo voglio pagare. Così la prossima volta imparo a portarmela dietro. E in più, se proprio me la vuoi regalare, almeno regalamene una che possa utilizzare più volte. È conveniente per te, dal punto di vista economico (una busta grande e resistente, contro un numero imprecisato di bustine inutili che utilizzerei per più spese), e dal punto di vista ambientale (quanta plastica consumiamo?).
Nota positiva. Ieri al Franprix qui accanto ho scoperto che finalmente hanno fatto sparire le bustine proponendo una busta grande al costo di 30 centesimi (contro 3 centesimi nella mia memoria dell’Esselunga). Un po’ cara, ma forse corrisponde davvero alla sua ecological footprint, e costituisce un buon disincentivo. Insomma, come direbbe Blanca, Franprix bien!
Ogni volta che lancio lo sguardo sull’insalata è già morta da diversi giorni, le pere sono rigorosamente belle fuori e marce dentro e le uova che ho tentato di comprare ieri scadevano oggi. Ma, insomma, una cosa per volta.

- Se non fosse ancora abbastanza chiaro: io odio la burocrazia. Ogni giorno si aggiunge qualcos’altro. Ora la CAF vuole la copia integrale del mio atto di nascita. Per verificare che non sia ? sposata (!). Il comune di Ghilarza mi darà una copia su modello internazionale (plurilingue)? Normalmente esiste per l’estratto di nascita. Oppure dovrò tradurlo io? E andare di nuovo in tribunale a dire: “Giuro di aver bene e fedelmente adempiuto al compito affidatomi al solo scopo di far conoscere ai giudici la verità”? Oh no!
Un dubbio risolto: iniziavo a chiedermi se avrei mai ricevuto la mia carta dello studente. Se la mia carte Imagine’R (l'abbonamento alla RATP tariffa studente) non dovesse trasformarsi davvero in una carte imaginaire. Ma ieri nella cassetta della posta: surprise surprise!! Ora sono una studentessa della Sorbona a tutti gli effetti. E finalmente ho potuto fare richiesta d’abbonamento per la metro (e sostituire la costosissima Carte Orange).
Prima di completarla: missione foto-tessera. Chi mi conosce da un po’ di tempo sa quanto questa sia impresa ardua per la sottoscritta. Forse non occorre precisare che ho dovuto farle due volte, che la “photomaton” scelta era proprio dello stesso tipo della famosa macchinetta dell’Esselunga di via di Novoli delle mie foto pre-Londra (ovvero tre possibilità, ma l’ultima è quella che vince, anche se nel momento ti convinci - e hai ragione- che la seconda o la prima erano molto meno disastrose).
Beh vabbé ho migliorato la tecnica, non sembro più appena uscita dall’esorcista (e non sembra neanche una foto di quando avevo 50 anni), ma la mia faccia è enorme, (come quella della mia amica grassa e noiosa che ora ha almeno internet, ma non il fidanzato), e il mio sguardo è incredibilmente assente (un ricordo degli amici punkabbestia?).

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….to be continued….?

jeudi 8 novembre 2007

Su fil di lama.

Felicità raggiunta, si cammina
per te su fil di lama.

Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.


E. Montale



Chiedo scusa per l'ennesima citazione. Dato che qualcuno me l'ha fatto notare (anzi, notarek*).
In questi giorni non riesco a concettualizzare niente. Continuo a rimandare email (chiedo perdono!) e addirittura sms, che non richiedono alcuno (o quasi) sforzo intellettuale.
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Sono felice.
Questa vita si riempe di cose belle. Ritrova ciò che di bello c'era già.
Ma è fatta anche di cose tristi. E di nostalgie.
Per questo ne sono profondamente innamorata.

Però mi accorgo di aver ripreso a giudicare.
Non mi piace chi giudica. Non mi piace essere giudicata.
Ma ancor meno mi piace accorgermi di giudicare o aver giudicato qualcosa o qualcuno.
Un giorno inizierò a mettre de l'eau dans mon vin.



p.s.: la grève continua, Tolbiac è ancora bloccato. Ma il bosco di Nogent ci accoglie sempre a braccia aperte. Così pieno di rovine coloniali e di simpaticissimi scoiattoli rossi. Manca solo un laghetto verdinoazzurrinocelestinolillà.
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*dai ridi, che la tesi è quasi finita.....in regalo ti manderò la nostra canzone preferita (ne ho già il copyright!), e potrai spararla a tutto volume alla tua festa...così ti vorranno tutti più bene...
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p.s.2: com'è bello avere una pagina su cui scrivere solo sciocchezze.

dimanche 4 novembre 2007

Paris sera toujours Paris?

Communiqués de la Présidence de l’Université :

1er novembre 2007 .
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Une assemblée générale réunissant plus de cinq cents participants au centre Pierre Mendès France le mercredi 31 octobre a appelé majoritairement au maintien des piquets de grève et à la mobilisation d’éléments extérieurs dans le cadre d’une journée « portes ouvertes » le vendredi 2 novembre.

La présidence de l’Université rappelle que les locaux universitaires sont destinés d’abord à l’enseignement et aux étudiants, qu’elle est certes ouverte à la tenue de débats les concernant, mais qu’elle ne peut accepter un blocage durable de son fonctionnement normal et le déroulement d’activités dans des conditions qui mettent en cause la sécurité.
En conséquence, la présidence de l’Université se voit contrainte de maintenir fermé le centre Pierre Mendès France les vendredi 2 et samedi 3 novembre 2007.
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2 novembre 2007 .
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En raison de l’occupation nocturne du centre Panthéon par des éléments incontrôlés, la présidence de l’Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne regrette de devoir maintenir ce centre fermé demain, samedi 03 novembre 2007.
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3 novembre 2007
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Malgré les propositions qui leur ont été faites de rouvrir le centre Pierre Mendès France le lundi 5 novembre dans la matinée, une quarantaine d’étudiants et d’éléments extérieurs a occupé le centre Panthéon dans la nuit du 2 au 3 novembre. Ces propositions leur garantissaient pourtant la liberté d’exprimer leurs revendications sous réserve de laisser les enseignements se dérouler.
L’Université a dû faire procéder à l’évacuation du centre.
Celle-ci s’est déroulée sans aucun incident.
Le centre Panthéon sera rouvert lundi 5 novembre. Soucieux de respecter le droit des étudiants de bénéficier de leurs enseignements et leur liberté d’organiser des débats, le président de l’université Paris 1 Panthéon-Sorbonne conduira des réunions de concertation avec les étudiants et les autres acteurs de l’Université, lundi 5 novembre, pour examiner les conditions de réouverture du centre Pierre Mendès France mardi 6 novembre.