lundi 13 août 2007

On the road.

Eccomi.
Il mio lunghissimo viaggio per Sarajevo è iniziato. Un pò mi chiedo perché per arrivare lì ho scelto l'opzione sbattimento più.
Cagliari è caldissima. Domattina mi sveglierò prestissimo, per volare a Bologna. Non so quando avrò di nuovo accesso al web.
Magari lo racconterò, questo viaggio.


Non so perché ma in questo momento mi viene in mente solo un proverbio: il lupo perde il pelo ma non il vizio......
Stavolta te la concedo, questa soddisfazione. Tutta per te.
Poi ti lascio qui.

jeudi 9 août 2007

Frammenti.

Ogni volta che frugo tra gli strati dei miei traslochi ritrovo piccoli particolari dimenticati. Mi piacciono quelle poche lettere distratte buttate giù su un foglio senza nessuna pretesa. L'anno scorso era il contratto col quale Marco mi affidava la mia prima bicicletta fiorentina, sottratta chissàddove. Era la lido #3567. L'obbligo era di restituirla alla sua città prima della mia partenza. Firenze se l'era ripresa molto prima, dopo un incidente che le aveva incrinato la forca, rendendola scomodissima. Non mi ero fatta nulla, avevo cambiato la ruota e l'avevo ripresa con me. Me l'avevano rubata, per qualche giorno. E sì che non avevo mai cambiato il lucchetto che me la teneva ancorata davanti a casa. Un lucchetto a combinazione 000, non era poi così difficile, volpina, ma era una bici della città. Giusto così. L'avrei ritrovata qualche giorno dopo, grazie a una telefonata sospetta, per affidarla a Nicola, che se l'era fatta rubare pezzo per pezzo in men che non si dica in via dei Serragli. Nel frattempo me ne ero già procurata un'altra, stavolta in maniera onesta, stavolta senza nome (la prossima, ho deciso, si chiamerà Ginger). Anche lei mi accompagnò in un incidente. Quella volta mi ero fatta male anche io. A Firenze, le bici non se le caga proprio nessuno. Rido sempre quando penso a Nicola che mi prende in giro mentre lo stresso per iscriversi a capoeira con me. Il giorno dopo mi aveva trovato priva di sensi sull'asfalto. Ma niente di grave. Dopo quindici giorni ero già quasi come nuova, pronta per la capoeira. E anche la mia bici, dopo un pò...valutata per 120 euro dall'assicurazione. Piano piano, però, anche lei è invecchiata. Angela aveva iniziato a chiamarla il rudere. Effettivamente un pò lo era. Avevo perso le luci per strada, i pedali erano sconnessi, e i suoi freni facevano spaventare tutti quegli odiosissimi turisti americani che camminano per le piccole strade fiorentine in file da dieci....per occuparlo tutto, lo spazio disponibile. In ogni caso, come si permetteva? Era la mia bici. Ora è ancora lì, sotto casa Melidoro. Mi si è stretto il cuore quando l'ho rivista.


Mi sono persa. Non era della bici che dovevo scrivere ma vabbé. Era del biglietto che ho trovato stamattina. è di tre anni fa. Scritto da visitatori notturni accolti dalla mia allora compagna di stanza (e ora di pagina), mentre dormivo. Diceva "chi dorme non piglia pesci.......ma anche a star svegli....poca vela!". Ecco è proprio questo, ora. Simon lo definisce un "passer le temps pour passer le temps", ci aggiunge poi "un peu comme la vie, alors", ma io su questo non saprei. Però adesso è vero. è un tempo di attesa. Solo faccio tante cose e non ne capisco il senso. Aspetto. Di essere catapultata in una nuova vita da costruire di nuovo da capo. è estremamente stimolante, emozionante. Ma non ho fretta, nessuna impazienza. è un'attesa strana. Non so se tutte le attese si riempiono solo di quello che verrà. Non ho mai avuto un tempo così lungo in cui pensare. Lo riempio di altro.


Parto lunedì. Questo viaggio, incerto fino alla fine. Tanto che ancora non ho prenotato i biglietti per il rientro. Una disorganization che neanche Blanchard e Kremer. Da sola volerò fino a Bologna, arriverò in treno ad Ancona e da lì la nave per Split, in Croazia. Poi, boh, cambierò i miei soldi e prenderò un autobus. Non so ancora se per Mostar, o direttamente per Sarajevo. Questo dipenderà da Laura. In teoria dovrebbe aspettarmi anche lei a Sarajevo...ma chi la conosce sa che quando starò per salire sull'autobus potrà chiamarmi e dirmi che ha cambiato idea e che mi aspetta al mitico Stari Most. Lascio aperta la possibilità di ringambo, inevitabile. Di sicuro però, so che a Sarajevo mi aspetterà Federico, ed un suo amico. Da lì viaggeremo verso Dubrovnik. Non so ancora dove ci raggiungerà Sophie. Poi insieme verso il Montenegro. Federico ed il suo amico ripartiranno da Kotor. Io non potrò più viaggiare con loro perché da astuta volpina ho aspettato troppo a prenotare il biglietto e non ho trovato posto. Perciò risalirò ancora per qualche giorno su per la Bosnia con Sophie.....e ripartirò da Split. Sono contenta. Di rivederli, di fare un giro lì. La mia Lonely Planet dice che la sopravvivenza in Bosnia è ardua per i vegetariani e ancor di più per i vegani. Non mi preoccupa. E mia madre è addirittura contenta. Vedremo, no?

Ora scappo al mare.


ps: il mio pc è salvo. ringrazio immensamente mila e pipu (sapete voi perché).