mercredi 23 mai 2007

Disordini.

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Non ho mai capito quelli che nello zaino per la scuola mettevano libri e quaderni maniacalmente in ordine di grandezza.
Quelli che nei cassetti e negli armadi i vestiti vanno per colori e sfumature.
Quelli che nelle librerie, i libri si sistemano dal più alto al più basso.
Quelli che numerano i film per poterli trovare facilmente schedati nelle loro liste.
Quelli che il dentifricio va schiacciato dalla fine verso l’inizio, assolutamente non al centro.
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Un po’ mi stanno antipatici.
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E pensare che quando ero piccola mio padre mi prendeva in giro perché prima di dormire allineavo perfettamente le mie scarpe al lato del letto.
Ora sono un’inguaribile disordinata. In tutto.
Nelle cose, nello studio, negli orari, nell’alimentazione, nei rapporti.
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Qualche mese fa, con tante buone intenzioni, ho comprato dei raccoglitori per i miei appunti.
Ce l’ho fatta, per qualche tempo, a tenerli nel modo in cui mi ero riproposta.
Ora, però, nessuno ne capirebbe la sistemazione.
Tranne me. Sono legati da associazioni irrazionali di idee.
Trovare un documento nel mio computer è una prova di intelligenza.
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Eppure, tutti mi dicono che sono fin troppo razionale.
E’ forse sempre stato questo, il mio difetto principale. O volendo, il mio miglior pregio.
Nell’ultimo anno, è vero, mi sono accorta di srazionalizzare tutto.
Non so se è meglio o peggio. E’ solo un altro lato di me stessa.
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Per il momento, però, riesco ancora a ritrovare quello che perdo.
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Chi è disordinato ha ordine interiore?
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p.s.: la foto l'ho rubata qui

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